In questo blog ho accennato brevemente a lui, parlando della
storia di Bela Guttmann, che per un certo periodo di tempo è stato suo allenatore (nonché suo scopritore). In genere tratto argomenti più recenti, ma la scomparsa di uno dei migliori 10 calciatori di sempre merita almeno un ricordo...
Pallone d'oro nel 1965 (davanti a Giacinto Facchetti e Luis Suarez dell'Inter), una Coppa dei Campioni, 11 campionati portoghesi, 7 volte capocannoniere (nel 1967-68 42 reti in 24 partite e nel 1972-73 40 in 28 partite), primo vincitore della Scarpa d'oro nel 67-68 (il trofeo destinato al miglior marcatore dei campionati europeo, trofeo vinto anche nel 72-73), miglior marcatore in tre edizioni della Coppa Campioni (1965, 1966 e 1966) e nella Coppa del Mondo 1966 (9 reti e terzo posto per la nazionale portoghese, risultato mai più raggiunto); quattro delle nove reti sono arrivate nei quarti di finale disputati contro la Corea del Nord che aveva clamorosamente eliminato l'Italia. Il Portogallo perde 0-3 dopo 25 minuti e rischia di rimediare una figuraccia come gli azzurri; ma tra i portoghesi gioca il fenomenale Eusebio, che con due reti nel primo tempo accorcia le distanze, le altre due le firma ad inizio ripresa...4 reti in poco più di 30 minuti, una clamorosa dimostrazione di forza. Il Portogallo vince 5-3 ma perderà la semifinale contro l'Inghilterra padrona di casa e futura campione.
Nel 1975, dopo 473 reti in 440 partite (di cui 317 in 301 partite di campionato!), termina la sua avventura col Benfica. Sbarca in America, nella NASL e nel 1976 arriva il titolo con il Toronto Metros-Croatia. Nel 1980 si ritira.
Soprannominato Pantera nera, Perla nera, Pelé d'Europa, è stato un attaccante clamoroso per l'epoca: velocissimo, potente, spietato sotto porta. All'esterno del bellissimo stadio Da Luz del Benfica, è stata eretta una statua in suo onore...