"Sempre lì, lì nel mezzo, finchè ce n'hai stai lì" (Una vita da mediano, Ligabue)
Renato Olive è uno di quelli che conosce per davvero il significato della parola "gavetta". Nato a Fasano in provincia di Bari nel 1971, cresce nelle giovanili del Monopoli. Dopo una breve esperienza alla Vis Pesaro e una terribile doppia retrocessione con il Lecce (dalla A alla C1 in due stagioni) dopo aver assaporato brevemente l'esordio in serie A avvenuto nel 1994, riparte con la Fidelis Andria. La grande occasione arriva durante la seconda stagione ad Andria, quando viene ceduto in Umbria, a Perugia. E' l'inizio di un cammino quasi impensabile dove insieme a tanti giocatori provenienti dalle serie inferiori come lui (per non parlare di quel mister bizzarro che allena col cappellino e si chiama Serse Cosmi) e stranieri sconosciuti, produrrà due stagioni favolose con promozione in serie A (spareggio vinto col Torino ai rigori) e salvezza tranquillissima l'anno dopo.
La consacrazione per il centrocampista arriva col trasferimento a Bologna, dove in tre anni diventa un pilastro della squadra rossoblu, raccogliendo grandi elogi individuali e anche dei buoni risultati di squadra.
E' un centrocampista che lotta, che rincorre l'avversario, dal tackle duro e dalla grande resistenza fisica; ma di Olive ci si ricorda anche per un buon tempismo negli inserimenti a palla ferma, visto che colleziona 13 reti nelle sue 5 stagioni tra Perugia e Bologna!
Si può dire che il centrocampista pugliese abbia lasciato un ottimo ricordo praticamente in tutte le squadre in cui ha giocato tranne che a Napoli. Dopo i tre anni di Bologna, Olive sente la necessità di cambiare aria e la squadra partenopea è reduce da due stagioni disastrose visto che non è riuscita a conquistare la promozione in serie A (anzi, addirittura l'anno precedente aveva chiuso al sedicesimo posto). Le trattative per l'ingaggio di Olive andavano per le lunghe anche perché il giocatore chiedeva molti soldi; a 31 anni potrebbe essere l'ultimo grande contratto della carriera e il centrocampista
pugliese vuole capitalizzare i tanti km percorsi. La trattativa è serrata ma alla fine le due parti trovano l'accordo e Olive si aggiunge a tanti giocatori di esperienza come i difensori Massimo Carrera e Sean Sogliano, centrocampisti come Dario Marcolin, Vidigal, Davide Dionigi e due bomber con parentele importanti: Max Vieri, fratello di Christian e figlio di Bob) e Gianluca Savoldi figlio di un grande bomber della storia napoletana, Giuseppe Savoldi (nonché primo calciatore per cui venne speso un miliardo di lire nel lontano 1975). Purtroppo in un campionato difficile come la serie B, avere una squadra di grandi nomi serve a poco se poi non c'è la sostanza. Va detto che c'erano gravi problemi finanziari e il nostro Olive si fece rappresentante dei calciatori per esigere gli stipendi non corrisposti dalla società durante la stagione. Alla fine i problemi economici non si risolsero e a fine luglio il Napoli viene dichiarato fallito e costretto a ripartire dalla C1. Olive più di tutti viene ricordato con fastidio perché oltre ad aver giocato molto male, dopo un infortunio alla mandibola accusato in gennaio (con tempi di recupero stabiliti normalmente in poco più di due mesi), non è più sceso in campo facendo imbestialire i tifosi napoletani. In pratica la carriera di Olive si chiude qui (10 presenze in tre anni tra Parma, Catania e Bologna), prima dell'ultima stagione a Ravenna nel 2007-08 senza riuscire ad evitare la retrocessione in C1 della squadra romagnola.
Olive comincia ad allenare, entrando a far parte dello staff di Roberto Donadoni al Parma. Purtroppo la situazione del club emiliano è nota a tutti e dopo la stagione di Napoli, un'altra parentesi sfortunata per l'ex centrocampista pugliese. Ma non preoccupatevi. Lui non molla. Non l'ha mai fatto...
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