mercoledì 4 maggio 2016

SLIDING DOORS - Quasi gol, Roby...

Poteva essere uno dei gol più belli di sempre...

Ah, il "Roby" del titolo è Roberto Baggio. La partita è Francia-Italia. Non è un amichevole, sono i quarti di finale del Mondiale '98...

Siamo al 112' e la partita non si riesce sbloccare. Ci sono state diverse occasioni per entrambe, qualcosa in più fatto dai francesi che però hanno mancato il colpo da KO. Le squadre sono stanche e i calci di rigore sono sempre più vicini. La Francia è piena di giocatori che militano o hanno militato nel nostro campionato (qualche nome? Zidane, Thuram, Blanc, Djorkaeff, Desailly, Karembeu), sanno che non possono concederci neanche un millimetro altrimenti li freghiamo, lo sanno e ormai puntano a giocarsi il match ai rigori, con 80.000 tifosi che un po' di pressione te la mettono e con la tradizione negativa dell'Italia dalla loro parte: c'è di peggio. Quanto all'Italia, beh...non ci siamo mai distinti per condurre il gioco e col CT Cesare Maldini l'andazzo non cambia; peccato perché i giocatori ci sarebbero eccome! Comunque ormai i rigori sono vicini e noi ultimamente non abbiamo mai avuto fortuna (sconfitte con Argentina e Brasile negli ultimi due mondiali); siamo quasi rassegnati ma se capita il momento giusto...ECCOLO!!! Il momento giusto! Palla meravigliosa di Albertini dalla trequarti, Blanc e Desailly dormono della grossa (eppure ci conoscono), Baggio tira al volo dal vertice sinistro dell'area piccola...


Fuori. FUORI, cazzo!

Paradossalmente il problema è che Baggio ha fatto tutto troppo bene: si è smarcato benissimo, si è coordinato meravigliosamente, ha calciato perfettamente; eppure il pallone non è entrato; forse con una conclusione un po' più sporca la palla entrava in rete. Questione di centimetri come lo stesso Baggio ha mimato pochi secondi dopo il tiro

E' uscita di così
Poteva essere uno dei gol più belli di sempre. Rimarrà uno dei quasi gol più belli della storia del gioco.

Puntate precedenti: L'errore di Pippo

lunedì 15 febbraio 2016

Diamo i numeri

Come buona parte degli sport, anche il calcio ha la sua bella dose di stranezze. Modi particolari di entrare in campo o in posizioni prestabilite, infilarsi prima una scarpa piuttosto che un altra.
In questo articolo ci occuperemo dei numeri di maglia scelti dai calciatori...



Ha scherzato sul suo cognome Fabio Gatti, che lungo tutta la sua carriera ha indossato il numero 44 citando la famosa canzone dello Zecchino d'oro! Disse alla Gazzetta: "Ho scartato il 4 perché 'quattro Gatti' mi faceva tristezza. Avrei voluto il 5, però poi ho ceduto ai miei compagni, che un po' per prendermi in giro, un po' per affetto, spingevano per il 44. Loro mi cantano sempre 'quarantaquattro gatti'..." Regista ordinato, viene ricordato soprattutto per gli anni trascorsi a Perugia, dove esordì in prima squadra nel 1999 e in serie A nel 2001 a soli 19 anni; riuscì anche a collezionare otto presenze con l'Under 21. Dopo la retrocessione del Perugia, scese in serie C nel 2004 aggregandosi ad un progetto ambizioso come quello del Napoli del presidente Aurelio De Laurentiis, ma con l'arrivo del tecnico Edy Reja al posto di Giampiero Ventura, le sua posizione in squadra si fa più complicata e retrocede tra le riserve. Da allora, comincia a  girovagare nella provincia italiana tra serie B e C, ritorna anche nell'amata Perugia nel biennio 2008-2010, prima di eclissarsi lentamente...

Interessante anche il caso di Mohammed Kallon. Numero di maglia all'Inter: il 2. Quando gli fecero notare che era un numero solitamente riservato ai difensori, l'anno successivo cambiò radicalmente e scelse...il 3! Attaccante originario della Sierra Leone, Kallon si mise in luce allo Zurigo, campionato svizzero di serie B e venne acquistato dall'Inter (che all'epoca non ci pensava troppo ad acquistare stranieri vagamente promettenti) e subito girato in prestito al Bologna: l'impatto con la serie A è brutale (due presenze, zero gol, molto fumo e poco arrosto), meglio ripartire dalla B con il Genoa dove comincia a farsi valere (10 reti) e al Cagliari in serie A (8 reti). Ancora un prestito nella stagione 1999/00 quando finisce alla Reggina, al suo debutto assoluto nella massima serie, ed esordio con botto: 1-1 contro la Juventus a Torino e primo gol storico segnato proprio da Kallon! Chiuderà con 11 reti. A seguire ancora una buona stagione a Vicenza prima del ritorno a Milano; una prima stagione discreta (28 presenze, 9 reti), poi nella stagione successiva viene pizzicato dall'anti-doping che lo squalifica 6 mesi perché positivo al nandrolone. In pratica la sua avventura italiana si chiude qui, raccoglie ancora 5 presenze senza segnare la stagione successiva prima di essere ceduto al Monaco. Dopo diverse esperienze all'estero rientra in patria nel...suo club: nel 2002 comprò per 30.000 $ il Sierra Fisheries, ribattezzato in Kallon Football Club di cui è tuttora il presidente!

Una scelta molto particolare fu quella dell'attaccante cileno Ivan Zamorano. L'arrivo di Ronaldo all'Inter fu veramente un evento epocale e bisognava ovviamente cercare di soddisfare le sue richieste; su un punto il fenomeno brasiliano era stato chiaro: voglio giocare con la maglia numero 9. Zamorano, che aveva indossato la maglia fino a quel momento e a cui era ovviamente affezionato, non può che obbedire. Ma pur di non rinunciare al 9 ecco il colpo di genio: scelse il numero 18 inserendo il segno + tra i due numeri!


Fonti: FTBPro

domenica 10 gennaio 2016

La prima perla di Zizou

Il padre stava per ritornare in Algeria, il paese dove nacque. Dopo l'indipendenza algerina del 1963, la voglia di ritornare al paese natio era sempre più forte. A cambiare i piani di Smail Zidane (come spesso capita a noi maschietti), sarà una fanciulla; invece che prendere la nave da Marsiglia, l'incontro con Malika porta ad un matrimonio e ad un progetto di vita da condividere proprio nella stessa Marsiglia. 
Da quel matrimonio nascono cinque bambini, quattro maschi e una sola sorella (che sarà di fondamentale importanza per il risultato di una finale della Coppa del Mondo...ma il 2006 è ancora lontano). Il figlio più piccolo è quello ritratto nella foto qui sotto, il suo nome dovreste averlo sentito qualche volta...


Zinedine Zidane a 14 anni fa un provino per il Cannes di 6 settimane, brillantemente superato, ma all'inzio comincia facendo addirittura il terzino, per poi trovare la sua posizione naturale di trequartista. Il direttore del Cannes Jean-Claude Elineau lo invitò a dormire presso la sua famiglia, lasciando la foresteria della squadra dove il giovane Zidane divideva l'alloggio con tutti gli altri giocatori del club. 
Il debutto arriva all'età di 16 anni, il 18 maggio 1989 contro il Nantes, che curiosamente è la stessa squadra che due anni più tardi subirà il primo dei tanti gol segnati durante la carriera del giocatore. Un gol veramente molto bello, abbastanza rivelatore del prosieguo del percorso sportivo del franco-algerino



Zidane dopo aver segnato esulta molto, perché oltre ad essere il primo gol da professionista, avrebbe ricevuto come regalo un auto dal presidente del Cannes, Alain Pedretti che gliela aveva promessa in occasione del suo primo gol e Zidane si trova in garage una Renault Clio rossa!