venerdì 25 luglio 2014

Van Gaal, Jaconi e la favola del calabrone

Spesso il confine tra la vittoria e la sconfitta, tra la gloria e le pernacchie è molto sottile. Basti pensare alla Germania e a Messi. La prima ha vinto il quarto mondiale della sua storia ed è l'esempio da seguire, ma sarebbe bastato che uno tra Higuain, Messi e Palacio non avesse sciupato le tre clamorose occasioni capitate per parlare (forse) di un altra storia; improvvisamente la Germania sarebbe diventata quella che non vinceva mai, quella che arrivava sempre ad un passo dal traguardo (finalista negli Europei 2008, semifinalista ai Mondiali 2006, 2010 ed Europei 2012) e magari adesso (sbagliando) non si parlerebbe di modello tedesco. E Messi non sarebbe trattato alla stregua di un giocatore normale, che non regge la pressione, che in nazionale non è mai decisivo ecc. (e Goetze è più forte di Messi solo quando gioca alla Playstation, tanto per chiarire). Ma la storia non si fa con i "se", sacrosanto. La Germania ha vinto e l'Argentina (quindi, Messi) ha perso. Amen.

Tutto questo cappello introduttivo per dire una cosa fondamentale: ci vuole culo. Nella vita, nello sport, ovunque. Ci vuole culo. Culo e coraggio. Doti che sicuramente non fanno difetto a Louis van Gaal, commissario tecnico dell'Olanda agli ultimi Mondiali del 2014 e futuro allenatore del Manchester United.
Louis van Gaal è passato nel giro di dieci minuti da "pazzo" a "genio". Ad un minuto dalla fine dei tempi supplementari ha fatto uscire il portiere titolare Cillessen per la riserva Krul. L'Olanda passa il turno grazie a Krul che para due rigori. Ma provate a pensare se avesse vinto la Costa Rica: altro che genio, sarebbe diventato lo zimbello di mezzo mondo; peraltro Krul fino a quella partita non era certo considerato come uno specialista dei rigori...

Questa mossa però ha un precedente, che ha avuto il torto di avere una scarsa eco mediatica.
Siamo nel 1996. Lo spareggio per la promozione in serie B vede di fronte il Castel di Sangro e l'Ascoli. Si gioca a Foggia, gara unica. 120 minuti non servono per stabilire un vincitore, servono i rigori; ma poco prima di iniziare i tiri dagli undici metri, l'allenatore del Castel di Sangro toglie il portiere Roberto de Juliis per inserire Pietro Spinosa che fino a quel momento non era neanche mai sceso in campo! Poco prima della fine della partita, Osvaldo Jaconi si alza dalla panchina, si avvicina a Spinosa e gli dice: "Pietro, vuoi portarci in serie B? Scaldati che entri per i rigori"; sulle prime il portiere pensava ad uno scherzo ma di fronte all'insistenza di Jaconi comincia a prepararsi. Quando viene sostituito a due minuti dalla fine, il titolare de Juliis è a dir poco inferocito: esce senza salutare Spinosa (peraltro suo buon amico) e si dirige a brutto muso verso Jaconi e gliene dice di tutti i colori; ma il mister è calmo: "Vuoi giocare l'anno prossimo in serie B? E allora fammi fare..."
Osvaldo Jaconi
Jaconi quando arrivò nel 1994 disse che il Castel di Sangro doveva fare come il calabrone, l'insetto che teoricamente non potrebbe volare e che invece vola. Spinosa intuisce il rigore calciato da Milana e la squadra abruzzese ha spiccato il volo proprio come il calabrone. "Niente di splendido fu mai scritto se non da coloro i quali osarono credere che dentro di loro qualcosa era superiore alle circostanze". E' una frase di Abraham Lincoln che Jaconi, scrisse sulla lavagna prima della partita-promozione contro l'Ascoli. La mossa di van Gaal ci ha consentito di ricordare questo bel momento di sport, vissuto lontano da telecamere e giornalisti ma che meritava di essere ricordato. Jaconi e van Gaal, così simili e così lontani. In fondo, si può dire che van Gaal ha fatto come Jaconi. Anche se non lo sapeva.

P.S. Spinosa adesso fa il preparatore dei portieri e lavora nello staff di Domenico Di Carlo.

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