domenica 25 gennaio 2015

ANNIVERSARI - Kung fu Cantona


25 Gennaio 1995 - Il Crystal Palace ospita il Manchester United. Partita tesa, il nostro Eric Cantona viene espulso. Niente di strano, il caratterino del francese è ben noto e Richard Shaw ha l'unico scopo di fare uscire dai gangheri il talentuoso francese. Missione compiuta e Cantona si avvia verso gli spogliatoi tra gli insulti del Selhurst Park. Ma nelle prime file dello stadio c'è un ragazzo particolarmente agitato, Matthew Simmons. "Francese figlio di puttana". Quando è troppo è troppo, Cantona si alza in volo, BAM! Tacchetti in faccia a Simmons con un calcio volante a scavalcare la barriera tra tifosi e calciatori e tifosi. Mai nessuno si era spinto così oltre.


"Volevo compiacere i miei tifosi. Credo che sia un sogno di molte persone prendere a calci questo tipo di individui. L'ho fatto anche per loro (i tifosi), quindi sono felice. E' come se li avessi liberati. E' stato uno dei momenti salienti della mia carriera, una grande emozione".
Eric Cantona è anche questo...

domenica 18 gennaio 2015

COPPIE MAGICHE - Cafu & Candela

Precedenti puntate: Henry & Trezeguet

Per molti sono stati il segreto di Pulcinella della Roma che ha vinto lo scudetto nel 2001, una squadra che aveva tanti giocatori importanti tra centrocampo e attacco, ma che come terzini poteva schierare due giocatori fenomenali che le dirette concorrenti non avevano e che spesso hanno fatto la differenza: Cafu e Vincent Candela!

Marcos Evangelista de Moraes, per tutti Cafu, incarna alla perfezione il classico stereotipo del terzino brasiliano: ovvero quello che si fionda in avanti appena possibile e se poi la diagonale difensiva non è sempre perfetta, pazienza.
Anche perché poi quando a fine stagione si andavano a contare le reti create dalle galoppate travolgenti sulla fascia destra, spesso superavano quelle causate da amnesie difensive. Arriva in Italia molto tardi, nel 1997, quando Cafu compie 27 anni. Lo acquista la Roma di Franco Sensi e a valorizzarlo ci pensa Zdenek Zeman che con il suo classico 4-3-3 permette al giocatore brasiliano di esprimere tutte le sue qualità. Nato come attaccante esterno all'inizio della sua carriera, Cafu ha progressivamente arretrato il suo raggio d'azione fino a diventare un terzino destro molto offensivo. Soprannominato dai tifosi romanisti "Pendolino" per la sua velocità (il pendolino era il treno più veloce di qualche anno fa), è rimasto a Roma fino al 2003 quando a 33 anni passa al Milan. Si pensava che fosse un giocatore finito, invece ha giocato fino a 38 anni sempre dando un apprezzabile contributo (tant'è che i rossoneri dopo il suo ritiro non hanno mai trovato un sostituto all'altezza). Primatista di presenze con la nazionale brasiliana (142), due Mondiali vinti e il primato di tre finali disputate (dal 1994 al 2002, persa solo quella del 1998). Cafu ha ottenuto riconoscimenti importanti tra i quali l'inserimento nella hall of fame della Roma e la nomina nella squadra ideale degli anni 2000 redatta dal Sun, a conferma dell'impatto che ha avuto il brasiliano sul calcio mondiale.


Candela invece sulla fascia sinistra era il perfetto equilibratore della squadra. Molto intelligente tatticamente, fisico compatto e grande resistenza, queste le sue armi migliori
Candela durante la breve esperienza a
Messina, da notare lo sponsor Air Malta
sulla maglietta!
Il terzino francese era stato praticamente ceduto all'Inter e il giocatore aveva già dato il suo consenso all'operazione. Ma il mister Capello non ci pensa nemmeno di privarsi di una delle colonne della Roma, quindi Candela rinuncia al trasferimento. All'inizio il rapporto con i tifosi è parecchio deteriorato, ma dopo una serie di ottime prestazioni, il quasi trasferimento viene perdonato e il coro dedicato al terzino francese torna a risuonare all'Olimpico (olele, olala, Vincent Candela, Vincent Candela!). Nel gennaio 2005 finisce la sua esperienza romana, gioca per metà stagione in Inghilterra al Bolton, torna in Italia all'Udinese e al Messina, rimasto senza squadra nel 2007 si ritira, "il calcio è cambiato, adesso i calciatori sono tutti più alti, più rapidi e hanno meno cervello". La partita del suo addio al calcio si gioca a Roma, tra la squadra scudettata del 2001 e la Francia campione del mondo 1998 in uno stadio gremito che rende il giusto tributo al numero 32 romanista.

mercoledì 7 gennaio 2015

La rovesciata di Mauro Bressan


Se quel gol l'avesse fatto Del Piero o Baggio o Ronaldo sarebbe ricordato ogni settimana e probabilmente sarebbe nella sigla di presentazione delle partite di Champions League. Invece segnò Mauro Bressan da Valdobbiadene, operaio del pallone e uomo da 4 gol in serie A. Centrocampista nato nel 1971, cresciuto nelle giovanili del Milan, dopo una lunga gavetta in provincia (Como, Foggia, Cagliari e Bari) approda alla Fiorentina nel 1999. In quella squadra giocano campioni come Francesco Toldo, Manuel Rui Costa, Abel Balbo, Enrico Chiesa e Gabriel Batistuta, oltre ad onesti gregari del pallone tra i quali il nostro Bressan.


Il 2 novembre arriva al Franchi di Firenze il Barcellona di Figo, Rivaldo, Guardiola e Luis Enrique. Ma a mettersi in mostra è inaspettatamente il centrocampista italiano: al 14' del primo tempo, Chiesa attacca la difesa spagnola dal lato destro, cross respinto da Ronald De Boer, il pallone si impenna,  Jorg Heinrich vince il contrasto e la palla finisce a Bressan che non ci pensa due volte: da 25 metri insacca una rovesciata clamorosa! Il Franchi esplode e quello rimane il punto più alto della sua carriera. Dopo la Fiorentina giocherà con Venezia, Genoa e di nuovo Como, prima di chiudere con un esperienza di quattro anni in Svizzera, due anni col Lugano e due col Chiasso. Poco roba, ma non importa molto: gol come questi rimangono nella storia del calcio...