Titolo piuttosto banale, d'accordo. Comunque un modo semplice per parlare di quei giocatori che nel nostro campionato non hanno avuto fortuna e che a volte sono stati troppo frettolosamente etichettati come meteore (quando non come bidoni)...
Zaccardo, Costant, Zapata. No, ultimamente la difesa del Milan non è un bel vedere. Rimane un mistero come mai un giocatore come Fabricio Coloccini abbia giocato solo 2 partite durante la sua permanenza a Milano. Sicuramente non sarà un giocatore paragonabile al livello di gente come Nesta e Maldini ma sarebbe stato più utile di tanti mezzi figuranti che si sono alternati con la maglia rossonera negli ultimi anni. Il difensore argentino classe 1982, viene acquistato nel 1999 dal Milan quando ha compiuto 17 anni; giusto il tempo di collezionare due presenze in prima squadra col Boca Juniors e si trova subito catapultato in Italia. Il trasferimento è tribolato: il Milan trova l'accordo per il suo contratto solo con il padre-procuratore del giocatore e non col Boca Juniors; i rossoneri forti della volontà del giocatore lo strappano al club argentino ma la FIFA imporrà un risarcimento di 7,5 milioni (dati Transfermarkt).
Giocatore ovviamente tutto da formare sebbene dal talento evidente; arriva il prestito al San Lorenzo dove vince il Clausura 2001. Altre importanti esperienze in prestito nella Liga spagnola dove in tre anni gioca per Deportivo Alavés (dove fa registrare il primato di reti stagionali, 6), Atletico Madrid e Villareal. Al termine della stagione 2003-04 sembra pronto per imporsi anche in un campionato complesso come quello italiano. Invece colleziona la miseria di due presenze stagionali, inevitabile il trasferimento a metà stagione; questa volta la cessione è a titolo definitivo e ad aggiudicarselo è il Deportivo La Coruña. Rimane tre anni prima di venire acquistato dal Newcastle diventandone in breve tempo apprezzato giocatore e anche il capitano della squadra.
Sicuramente un buon esempio di un giocatore che non ha mai avuto la possibilità di dimostrare il suo indubbio valore, vittima di approssimazione e poca pazienza, eterni difetti del calcio italiano.
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