martedì 8 dicembre 2015

Juve Mondiale 30 anni dopo

Era esattamente 30 anni fa che la Juventus si laureava per la prima volta campione del Mondo grazie alla vittoria della coppa Intercontinentale.

Prima della partita

Solo pochi mesi prima la Juventus aveva vinto la sua prima Coppa dei Campioni contro il Liverpool, ma la morte di 39 tifosi prima dell’inizio della partita aveva inevitabilmente cambiato il clima attorno alla gara. Quella serata passerà tristemente alla storia come la serata della tragedia dell’Heysel, lo stadio di Bruxelles dove venne disputata la finale. Una vittoria sportiva in un clima surreale e drammatico, una vittoria a metà. E l’esultanza dopo il rigore decisivo realizzato da Michel Platini è sembrata poco adatta al contesto da brividi nel quale si disputava la partita.

L’albo d’oro della competizione non sorrideva alle squadre europee, l’ultima vittoria risale al lontano 1976, quando il Bayern Monaco aveva battuto il Cruzeiro; è risaputo che giocare contro le squadre sudamericane (e con quelle argentine in particolare) in quegli anni significava rischiare spesso di non riuscire a tornare a cassa con tutte le ossa integre. Insomma non è una partita facile quella che si prospetta per i bianconeri in quel di Tokyo. 62mila persone si presentano l’8 dicembre 1985 allo stadio Nazionale alle ore 12:00. Juventus-Argentinos Juniors può cominciare.

Il tabellino della partita:

Juventus: Stefano Tacconi; Gaetano Scirea (64′ Pioli), Sergio Brio, Luciano Favero, Antonio Cabrini – Lionello Manfredonia, Massimo Bonini – Massimo Mauro (78′ Massimo Briaschi) – Michael Laudrup Michel Platini, Aldo Serena. All. Giovanni Trapattoni.

Argentinos Juniors: Enrique Vidallé; José Luis Pavoni, Adrián Domenech, Carmelo Villalba – Sergio Batista, Jorge Olguin, Mario Videla, Emilio Commisso (86′ Renato Corsi) – Claudio Borghi, José Antonio Castro, Carlos Ereros (117′ Juan José Lopez). All. José Judica.

Reti: 55′ Ereros; 63′ Platini (rig.); 75′ Castro; 83′ Laudrup

Il campo da gioco è poco adatto ad una partita di calcio, per usare un eufemismo (ed infatti ci giocano anche a football americano). Inoltre è bagnato. Per il mister Giovanni Trapattoni “la palla rimbalza come se fosse un coniglio”. Auguri…

Si comincia ma il primo tempo non è eccezionale. Iniziativa agli argentini e la Juve che attende gli avversari e che una giocata di Platini cambi il destino della partita, cosa che per il momento non succede. Il secondo tempo invece è pirotecnico. Inizia meglio la Juve a cui viene annullato un gol di Michael Laudrup per fuorigioco, ma a passare in vantaggio è l’Argentinos: un pallone rifinito perfettamente da Videla, beffa la difesa juventina e lancia Ereros solo davanti a Tacconi che viene scavalcato con un pallonetto ben calibrato. Una straordinaria giocata di Borghi libera Ereros che mette in mezzo per Castro: è gol ma l’arbitro annulla ancora. La Juventus si butta in avanti in cerca il pareggio e lo trova quando Olguìn atterra in area Serena; Platini dagli 11 metri è glaciale: 1-1, non esulta neanche. Il francese sente che è il momento giusto per impadronirsi della partita: palla al limite dell’area, stop di petto, tocco di destro a scavalcare un avversario e tiro al volo senza far cadere il pallone: gol pazzesco, stavolta esulta eccome! Ma l’arbitro, il tedesco Volker Roth annulla ancora, questa volta inspiegabilmente. Sta di fatto che quello di Platini passa alla storia come “il gol annullato più bello di sempre”. L’arbitro è inflessibile e il trequartista francese non rimane altro che sdraiarsi sul terreno da gioco, con la mano che regge la testa; in questa immagine c’è tutto Platini…



La partita ormai si è infiammata: Claudio Borghi semina il panico e vedere le sue giocate non fa che aumentare i rimpianti per una carriera che avrebbe potuto e dovuto essere molto migliore di quella che è stata effettivamente. Al 75′ vede (e solo lui può vedere) un corridoio dove far passare il pallone per il velocissimo Castro che taglia la difesa bianconera e da posizione non facile beffa Tacconi con colpo sotto che si infila morbidamente sul secondo palo; probabilmente il portiere si aspettava una conclusione di potenza ed aveva chiuso correttamente il primo palo, ma il tocco di Castro è veramente molto pregevole e a 15 minuti dal termine l’Argentinos è di nuovo in vantaggio. Serve la giocata del campione per pareggiare la partita e la Juve ne ha due nei ruoli offensivi che possono colpire in qualunque momento: Platini e Laudrup. Da una brutta respinta della difesa argentina, la palla finisce al danese che vede Platini e detta il passaggio; l’assist è telecomandato e Laudrup, saltato il portiere Vidallé che lo sbilancia pericolosamente, riesce ad insaccare nonostante la posizione defilatissima!

Mancano ormai pochi minuti alla fine dei tempi regolamentari, ma le squadre sono esauste. Il bellissimo secondo tempo ha lasciato il segno sui giocatori; succederà poco altro, l’occasione migliore capita a Ereros, smarcato benissimo in mezzo all’area dal solito Borghi, ma il tiro è debolissimo e non c’entra neanche la porta.

Si va ai rigori!  

Per la prima volta a decidere la Coppa Intercontinentale saranno i rigori. Cominciano i bianconeri e si presenta sul dischetto il ruvido stopper Sergio Brio: sassata senza troppi complimenti e rete. Olguìn spiazza Tacconi e Cabrini insacca col brivido; Batista invece tira piano e poco angolato, Tacconi para! Serena e Lopez segnano (anche se il portiere juventino stava per parare), chi sbaglia è a sorpresa Laudrup. Siamo sul 3-2 per la Juventus e si presenta sul dischetto Pavoni: rigore orribile, Tacconi non si butta neanche e para il secondo penalty della giornata. Platini spiazza Vidallé e la Juve conquista per la prima volta l’Intercontinentale. Il francese viene anche nominato miglior giocatore della partita.




Perché se ne parla ancora dopo 30 anni?

Ovviamente perché è stata la prima vittoria mondiale dei bianconeri, ma non solo. E’ stato il trionfo che ha cancellato la macchia dell’Heysel. E’ stata anche una bella partita con ottimi giocatori e gesti tecnici sopra la media. E sicuramente è stata una delle partite più belle e combattute della manifestazione.

In Argentina il giornale Clarin uscì con il titolo “Para recordar, por siempre” proprio per rimarcare la bella prova offerta dal club argentino che esce a testa altissima dalla partita. Come scritto all’inizio, negli anni precedenti le squadre argentine si erano fatte una brutta nomea, squadre di calci più che di calcio. Invece l’Argentinos disputò una signora partita. E’ stata la sublimazione del duello tra due scuole calcistiche, il calcio italiano e quello argentino, con le giocate di due fuoriclasse come Borghi e Platini ad illuminare la scena. Possiamo considerare la partita come uno dei momenti migliori della carriera di Borghi e come l’ultima recita da vero protagonista di Platini, che dopo aver vinto tutto si ritirerà senza più stimoli un anno e mezzo dopo.

La vittoria di Tokyo, ha regalato ad Antonio Cabrini e Gaetano Scirea il primato di diventare i primi giocatori ad aver conquistato tutte le principali manifestazioni di club (saranno raggiunti successivamente dai loro compagni Tacconi e Brio e più avanti ancora dall’olandese Danny Blind), mentre Trapattoni grazie al successo del 1985 è tuttora l’unico allenatore ad aver centrato questo traguardo.

La coppa del 1985 è stato anche il primo avvenimento sportivo a non essere trasmesso dalla RAI: la partita andò in onda su Canale 5 ma solo i telespettatori della Lombardia poterono assistere in esclusiva alla gara visto che le televisioni private non potevano trasmettere l’evento in diretta in tutta Italia. Venne poi trasmessa una replica in tarda serata che hanno potuto vedere in tutta Italia e che ha avuto una grande audience (attorno al 34% di share).

Ecco perché Juventus-Argentinos Jrs è “para recordar, por siempre”.

Fonti: Storie di calcio - Wikipedia - Clarìn

domenica 6 dicembre 2015

Ernie Crouch, addio ad un tifoso speciale

In questi giorni il mondo dell’Arsenal è in fibrillazione. Non tanto per i discreti risultati della squadra, quanto piuttosto per la scomparsa di un personaggio incredibile: Ernie Crouch.

Anche perché Crouch era molto di più di un semplice tifoso; era un punto di riferimento, era la memoria storica dell’Arsenal. Ha visto la prima partita nel lontano 1934. In più di 80 anni ne è passata di acqua sotto i ponti: da Herbert Chapman ad Arsene Wenger, dallo scomodo ma infuocato Highbury al lussuoso salotto dell’Emirates Stadium, dal “boring Arsenal” a “The invincibles” del 2003/04; tantissime cose sono cambiate nell’universo Arsenal, ma Ernie c’era sempre.

Ovviamente non è mancato il tweet di cordoglio da parte della società:

Everyone at Arsenal Football Club is saddened to learn of the passing of lifelong fan Ernie Crouch. May he rest in peace.

Crouch ha perso la vita proprio mentre si stava recando all’Emirates in occasione dell’ennesima partita dei biancorossi, poi vinta 3-1 contro il Sunderland; una folata di vento troppo forte, ha spinto l’esile corpo dell’anziano contro un bus che stava transitando in quel momento: per Crouch non c’è stato nulla da fare ed è morto poco dopo.

Aveva promesso al figlio che avrebbe smesso di seguire almeno le partite in trasferta: ovviamente domenica 29 novembre era a Norwich al seguito dell’Arsenal… Ma la cosa strana sarà non trovarlo in tribuna domenica prossima in occasione del match contro l’Aston Villa.