Abel Xavier, Olhanense - Rispondetemi sinceramente: uno così, ha la faccia da allenatore?
No, eh?
(e dire che è anche abbastanza sobrio in questa foto)
Invece c'è stato qualcuno che ha avuto il coraggio di affidargli la panchina dell'Olhaense. Tranquilli, è già stato esonerato, ma chi è stato il pazzo ad avergli affidato la panchina? Igor Campedelli! Ex presidente del Cesena, che con lui prima è retrocesso in C1, poi con Bisoli in panchina doppia promozione fino in serie A, salvezza il primo anno (in evidenza Giaccherini, Parolo e Nagatomo). L'anno successivo è un disastro: 4 vittorie, la coppia Mutu-Iaquinta fa faville solo fuori dal campo e la retrocessione è scontata. Cesena di nuovo in B e sulla panchina si siede il fratello del presidente, Nicola Campedelli: buon passato da calciatore (Cesena, Salernitana, ma soprattutto 5 anni al Modena, qualche presenza anche in Under 21) ma giovane e privo di esperienza in panchina. Sarà un bagno di sangue: 3 partite, 3 sconfitte, 2 gol fatti 10 subiti. Torna Bisoli che salva la squadra dalla retrocessione. Nel 2013 Igor se ne va in Portogallo, portandosi dall'Italia tante vecchie conoscenze: Per Kroldrup, i giovani interisti Vid Belec e Daniel Bessa, Federico Dionisi (Livorno), Agon Mehmeti (Palermo e Novara). I risultati? Finora scarsi, visto che la squadra è pericolosamente coinvolta nella zona bassa della classifica...l'anno scorso la salvezza era arrivata solo all'ultima giornata.
Costinha, Paços Ferreira - Il Paços che l'anno scorso è arrivato terzo (!) ed ha disputato i preliminari di Champions League (poi persi contro lo Zenit San Pietroburgo, adesso gioca in Europa League nel girone della Fiorentina con scarso successo), si trova in ultima posizione in Portogallo.
Tant'è che l'ex centrocampista della nazionale portoghese si è dimesso a fine ottobre. Costinha, che ha vinto una Champions League al Porto con Josè Mourinho e che ha segnato un gol storico all'Old Trafford contro il Manchester United, facendo urlare di gioia il suo tecnico, con esperienze in Francia (Monaco) e Spagna (Atletico Madrid), in Italia viene ricordato soprattutto per la grottesca vicenda di cui è stato protagonista all'Atalanta. Acquistato a parametro zero dal club bergamasco e firmato un triennale, gioca 54 nella partita vinta contro il Parma ad inzio settembre, ma sarà la sua ultima partita per l'Atalanta e l'ultima partita della sua carriera! Complice anche una serie di infortuni e (dichiarazione del calciatore) una aperta ostilità dei dirigenti Osti e Giacobazzi (contrari all'ingaggio del centrocampista perché troppo oneroso); bloccano anche uno scambio che avrebbe permesso a Costinha di raggiungere il maestro Mourinho all'Inter in cambio di Dacourt. Nel frattempo, nel gennaio 2008 il presidente Ivan Ruggeri, che si era imposto per firmare il giocatore, viene colpito da un'emorragia cerebrale e rimane in stato vegetativo. Ormai Costinha a Bergamo non è più gradito e a soli 31 anni dà (di fatto) l'addio al calcio giocato, incredibile... Una curiosità: il secondo di Costinha era Maniche, una breve esperienza in prestito all'Inter nel gennaio 2008, 8 presenze ed un gol alla Juve ma a fine stagione il club non esercita il diritto di riscatto e il centrocampista portoghese ritorna all'Atletico Madrid. Ha giocato in tutte le big portoghesi (Benfica, Porto insieme a Costinha, Sporting Lisbona a fine carriera), brevemente in prestito al Chelsea (8 presenze) e in Germania al Colonia.
Sergio Conceiçao, Academica - Conoscete qualche giocatore vivente a cui sono stati dedicati degli stadi? No, perché se avete qualche notizia non esitate a comunicarmelo, comunque diciamo che il caso di Conceiçao è assolutamente unico! Se capitate a Coimbra, città natale del giocatore potete capitare nel Estadio Municipal Sergio Conceiçao, che non è lo stadio dove gioca l'Academica, ma comunque può contenere 2500 persone.
Si mette in luce nel Porto dove conquista due campionati e nel 1998 viene acquistato dalla Lazio di Cragnotti: inizia subito alla grande con la rete decisiva al 93' per la conquista della Supercoppa Italiana contro la Juve; seguiranno la Coppa delle Coppe (l'ultima assegnata), uno storico scudetto, una Supercoppa Europea contro il Man.Utd e una coppa Italia. Scambiato al Parma per arrivare a Crespo, continua a mostrare tutto il suo talento sulla fascia. Molto meno spettacolare all'Inter (due stagioni) e nel breve ritorno alla Lazio (2003-04) prima di tornare al Porto e vincere il suo terzo campionato. Quando la stagione successiva firma per lo Standard Liegi sembra ormai un calciatore in declino: invece vince il premio di miglior giocatore del campionato. Pare una rinascita, ma l'anno successivo sputa contro un avversario, viene espulso e quando lascia il campo lancia la maglietta contro l'arbitro: questa follia gli costa 3 anni di squalifica, poi ridotta a 4 mesi. Lascia il Belgio e finisce in Kuwait e infine al PAOK Salonicco, dove gioca anche un'amichevole contro la Lazio: gli viene tributata una meritatissima standing ovation da brivid da parte dei suoi vecchi tifosi, il giusto epilogo per la sua carriera da calciatore...
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