lunedì 1 dicembre 2014

FIGURINE - Anselmo Robbiati

Nato nel 1970, Anselmo Robbiati è stato uno dei giocatori più entusiasmanti del calcio italiano. Nato e cresciuto nelle giovanili del Monza, segue tutta la trafila prima di debuttare in prima squadra nel 1987. A quei tempi la squadra lombarda si trovava in serie C e Robbiati gioca per sei stagioni nella squadra della sua città per un totale di 20 reti in 135 partite.
Nel 1993, arriva il momento di cambiare aria. Complice la retrocessione della Fiorentina in serie B, c'è la concreta possibilità di giocare in una piazza importante e di misurarsi in un campionato più competitivo. Robbiati coglie l'occasione al volo e diventa uno dei giocatori fondamentali della squadra che riconquista immediatamente la serie A. Con i viola, vive gli anni migliori della sua carriera, all'interno di una squadra che presentava individualità formidabili (Batistuta, Rui Costa e Toldo su tutti) e si ritagliò il ruolo di giocatore che partiva dalla panchina e cambiava le partite. La sua velocità di base, unita ad una tecnica sopraffina gli consentiva di superare costantemente il suo marcatore, molto pericoloso anche sui calci di punizione. E' il prototipo di giocatore perfetto per Firenze, città che ama il talento ed i giocatori talentuosi, capaci di giocate spettacolari ed imprevedibili e Robbiati rientra senza alcun dubbio in questa categoria. Amato anche per un gol molto bello segnato nella partita più importante della stagione, quella contro la Juventus. Stagione 97-98, i viola si impongono per 3-0 e uno dei gol lo segna proprio Robbiati con un fantastico sinistro a giro che incenerisce il bianconero Peruzzi per l'esplosione di gioia dello stadio Franchi.
Nel 1999 venne acquistato dal Napoli, poi Inter (ma non scenderà mai in campo), Perugia, di nuovo Fiorentina e Ancona, prima del ritorno nelle categorie inferiori...
Soprannominato 'Spadino', il perché lo spiega lui stesso: "Ero giovanissimo, giocavo nel Monza e con me c'era Giovanni Stroppa. Un giorno arrivò, mi vide con un giubbotto stretto di pelle e mi etichettò così: Spadino, come il cugino di Fonzie in Happy Days. Pensavo che col tempo, cambiando squadra, l'avrei perso. Invece i vari giornalisti hanno sempre continuato a chiamarmi così".

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