mercoledì 27 novembre 2013

Stadi di calcio - Westfalenstadion

Nome: Signal Iduna Park (Westfalenstadion)
Anno di inaugurazione: 1974
Capienza: 80.552 (65.718 per le partite internazionali)

Benvenuti in uno degli stadi più impressionanti di tutto il mondo, il Westfalenstadion! Tempio del Borussia Dortmund e punto di forza della squadra giallonera che in questi ultimi anni è rientrata tra le migliori squadre del continente anche grazie alla sua capacità di sfruttare al meglio il suo fortino casalingo...


Nel 2005, a causa di una grave crisi finanziaria che ha portato il Borussia sull'orlo del fallimento, l'impianto cambia il nome ufficiale e diventa il Signal Iduna Park, prendendo il nome dalla società di assicurazioni e servizi finanziari che ha siglato il contratto di sponsorizzazione fino al 2021.


Lo stadio della Vestfalia venne cominciato a costruire nel 1971 ed inaugurato nel 1974 in occasione dei Mondiali tedeschi di quell'anno. Ha subìto diverse ristrutturazioni, l'ultima poco prima dei mondiali 2006. In questo stadio si è disputata la semifinale tra Germania ed Italia vinta dagli azzurri con gol di Grosso e Del Piero; una doppia impresa per l'Italia, perché la Germania nelle 14 partite disputate in precedenza non aveva mai perso...


Caratteristica dello stadio, la spettacolare Sudtribune: 24.454 posti occupati da tedeschi ubriachi che saltano e cantano dal primo al novantesimo minuto, creando un'atmosfera incredibile. E' la curva più grande d'Europa!

La Sudtribune

venerdì 22 novembre 2013

La foto della settimana - Il triangolo di Icardi

Ci sporchiamo un po' le mani con del becero gossip, ma questa foto è davvero particolare! Un giovane Mauro Icardi, all'epoca giovane talento del Vecindario, squadra delle isole Canarie, che chiede l'autografo a Maxi Lopez durante la sua breve esperienza nel Barcellona... qualche anno dopo, sarà lo stesso Icardi ad autografare da par suo la (ex) moglie di Maxi, Wanda.


Lui, l'altro e LEI....



lunedì 18 novembre 2013

Italia-Nigeria 19 anni dopo

Il 5 Luglio del 1994 si giocano gli ottavi del Mondiale di calcio, ospitato dagli Stati Uniti. Fischio d'inizo fissato ad un orario disumano (per giocare a calcio), le 13! Comodo solo per gli spettatori europei e per le televisioni che trasmettono la partita, che così non perdono spettatori. Si gioca al Foxboro Stadium, Massachusetts, fino al 2002 casa dei Patriots di footbal americano prima del loro trasferimento al Gilette Stadium. Scendono in campo Italia e Nigeria, che prima di quel giorno non si erano mai incontrate.

L'inizio del Mondiale per l'Italia è stato a dir poco traumatizzante. Come si fa a perdere con l'Eire, vincere a fatica con la Norvegia e pareggiare squallidamente con il Messico e covare ambizioni di vittoria? mi chiedevo io, ad appena 8 anni. Bisogna pazientare mi dicevano quelli più saggi, l'Italia parte sempre male e poi cresce quando il torneo entra nel vivo. Ovviamente non mi avevano convinto, anche perché al momento dell'ingresso in campo delle squadre c'era di che preoccuparsi: erano grandi il doppio di noi, erano sicuramente più veloci. E noi come facciamo a vincere??? Poi c'era quel Baggio, col codino e l'orecchino, che tutti dicevano che era tanto bravo, ma era stato sostituito contro la Norvegia dopo l'espulsione di Pagliuca (perché togliere il migliore giocatore?) e non aveva ancora segnato un gol. Beata ingenuità giovanile...

Per l'Italia scendono in campo: Marchegiani (ancora al posto di Pagliuca), i terzini del Parma Mussi e Benarrivo, Maldini e Costacurta in mezzo; a centrocampo Albertini davanti alla difesa e Donadoni spostato un po' più avanti, sugli esterni Berti e Signori (ruolo per lui inedito), in attacco Baggio e Massaro. A dirigere la baracca, il profeta di Fusignano, fino ad allora poco profeta a dir la verità. Arbitra il messicano Arturo Brizio Carter. Tenetelo a mente questo messicano affogato da piccolo nella tequila come Obelix nella pozione magica di Panoramix.
Gianfranco Zola sconfortato dopo l'espulsione
L'Italia parte meglio, ma non concretizza. E al 26' prendiamo la pera: calcio d'angolo, cappella di Maldini e palla che finisce ad Amunike che dentro l'area piccola insacca senza problemi. E meno male che l'Italia doveva crescere superati i gironi eliminatori (ero già pessimista all'epoca!).
Sembrava davvero una partita maledetta: il messicano ci nega un rigore netto su Baggio, ma noi non riusciamo proprio a segnare (errori di Massaro e Maldini). Inizia il secondo tempo, entra Dino Baggio che prende un palo e poi fa sentire i tacchetti ai nigeriani che cominciano a fare il torello a metà ripresa; loro nel frattempo ci pestano in tutti i modi possibili. Entra Zola, un po' di vivacità in campo! Al 74' entra in area, cade ma si rialza subito, rincorre l'avversario che gli aveva rubato palla e con un entrata decisa ma sostanzialmente non fallosa si riprende il pallone...ma l'arbitro fischia e mostra un cartellino. Ammonizione per un fallo così? penso io. No, non è un cartellino giallo, il mangia tortillas aveva tirato fuori il cartellino rosso, la gara di Zola è durata 10 minuti. Incredibile (come l'espulsione evitata a Maldini per un fallo da ultimo uomo). Ok è finita. La voce di Pizzul sembra provenire dall'oltretomba. Questi continuano a fare possesso palla e noi corriamo dietro al pallone come dei forsennati. Ad un certo punto, mancano due minuti alla fine e non so bene come, vedo Mussi in area che vince un rimpallo; palla a Baggio, tiro all'angolo basso alla destra di Rufai, 1-1. Un miracolo. Pizzul è risorto come se avesse bevuto una damigiana di Merlot.



Cominciano i supplementari, ma come facciamo a vincere se abbiamo corso il triplo dei nigeriani (che sono sempre più veloci di noi)? E come facciamo se il nostro migliore difensore (Maldini) sembra un eroinomane che si fa scappare Yekini ad ogni azione? E' stato allora che ho capito che a calcio (per fortuna) non sempre vince il più forte fisicamente. E al 10' del primo tempo supplementare, palla a Baggio al limite dell'area di rigore, lob GENIALE che scavalca la difesa nigeriana in direzione di Benarrivo che avrà corso 30 km ma sembra ancora fresco ed Eguavoen non può far altro che atterrare il terzino del Parma. Rigore. Finalmente, caro Brizio! Guardo o non guardo? Guardo. Gol. Godo. Baggio fino alla fine della sua carriera è stato il mio incontrastato idolo calcistico.

Palo interno e gol, 2-1
Oh poi la partita non è mica finita, due minuti dopo il rigore Dino Baggio salva sulla linea di porta a Marchegiani battuto. Nel secondo tempo supplementare si fa male Mussi e chiudiamo in 9. Il divin Codino è magistrale e si conquista con astuzia punizioni che fanno rifiatare la squadra ormai stremata. 15 minuti che sembrano almeno il doppio. Alla fine non basta la classe di Jay-Jay Okocha e Sunday Oliseh, passa l'Italia ed è una liberazione...

Dopo 19 anni si ritrovano le due nazionali per il secondo incontro della loro storia che sarà sicuramente molto meno epico del primo match: una squallida amichevole giocata in un freddo lunedì di novembre, a Londra (almeno nella bellissima cornice del Craven Cottage, casa del Fulham)...stranezze del calcio moderno!

giovedì 14 novembre 2013

Di padre in figlio...e forza Islanda!

Che sia ben chiaro: stasera e martedì 19 si tifa Islanda! Mi dispiace per la Croazia che è una squadra che stimo ed è piena di tanti buoni giocatori (su tutti Modric, Mandzukic e Kovacic). Oltretutto ricordo con grande piacere la squadra che raggiunse le semifinali del Mondiale francese del 1998. Boban, Suker, Prosinecki, Stanic, Jarni... insomma una squadra spettacolare che se non avesse incontrato la Francia in semifinale....chissà!
Ma non divaghiamo, stasera cominciano gli spareggi per le qualificazioni ai Mondiali 2014, per adesso il risultato più alto mai raggiunto dalla nazionale del nord Europa, che non si è mai qualificata per nessuna grande manifestazione (Mondiali, Europei o Giochi Olimpici): la squadra dispone soprattutto di un buon potenziale offensivo, grazie a giocatori come Sigthorsson dell'Ajax e Finnbogason dell'Heerenven, per lui 11 gol in 8 partite in questo avvio di stagione e 28 in 35 partite l'anno scorso; molto importanti anche gli "italiani" Bjarnason (Sampdoria) e Halfredsson (Verona), oltre a Sigurdsson importante giocatore del Tottenham.

Ma l'Islanda è entrata nella storia anche per una storica partita giocata nel 1996. Durante un amichevole disputata davanti a 500 (!) spettatori a Tallin, capitale dell'Estonia, la nazionale locale ospita l'Islanda. Titolare in attacco l'ultra trentenne Arnor Gudjohnsen, idolo islandese autore di centinaia di gol durante la sua carriera. La storia viene scritta quando al 17° minuto della ripresa, esce Gudjohnsen ed entra...Gudjohnsen! Il figlio Eidur, ad appena 17 anni subentra a suo padre che uscendo dal campo lo abbraccia e lo bacia. E' stata la prima ed unica volta in cui padre e figlio hanno disputato lo stesso match...



Eidur è poi diventato un ottimo attaccante di Chelsea e Barcellona: indimenticabile soprattutto la parentesi inglese, dove ha formato insieme a Jimmy Floyd Hasselbaink una grandissima coppia gol (78 gol in cinque stagioni a Londra e 18 reti in Spagna con un ruolo da riserva di lusso) ed è stato il primo calciatore islandese a farsi apprezzare ai più grandi livelli europei. Gioca tuttora in nazionale ed è con 24 gol il recordman per quanto riguarda le reti segnate in nazionale (terzo in classifica il padre Arnor, 14 reti per lui).

Non si riuscirà però a realizzare il sogno del padre, ossia giocare in campo insieme al figlio. Infatti qualche mese dopo la partita in Estonia, tutti e due i Gudjohnsen vennero convocati per giocare un altra partita ma Eidur non poté rispondere alla convocazione a causa della rottura della caviglia e di una tendinite che non era stata diagnosticata: ritornerà in nazionale solo due anni dopo, ma suo padre si era già ritirato dal calcio giocato...


Aggiornamento: purtroppo l'impresa non è riuscita, dopo lo 0-0 a Reykjavik, i croati si impongono per 2-0 in casa, reti di Mandzukic e Srna. Peccato. Ma la strada è tracciata, speriamo di trovare gli islandesi agli Europei del 2016!

(storia "presa in prestito" da SportVintage)

lunedì 11 novembre 2013

Le retrocessioni della Sampdoria

Ci sono delle date che segnano inevitabilmente il destino di una squadra. Per l'Inter c'è il 5 maggio, per la Sampdoria il 22 maggio, che ormai è diventato un incubo visto che tutte le volte che i blucerchiati sono retrocessi il campionato finiva quel giorno...

Stiamo ai fatti. La prima retrocessione avvenne nell'anno 1966 e il campionato finiva il 22 maggio. Stesso giorno anche per il campionato 1977. Nel 1999 il campionato finì solamente un giorno dopo, il 23 maggio, ma i tifosi della Samp possono recriminare per un rigore inventato dall'arbitro Trentalange a favore del Bologna, Ingesson non sbaglia dal dischetto e i doriani retrocedono in serie B. Siamo al campionato 2011, storia di due anni fa. Una stagione partita dai preliminari di Champions League non può finire con una retrocessione anche se il campionato finisce il 22 maggio!, pensavano i tifosi. Invece, dopo l'eliminazione rocambolesca contro il Werder Brema e le cessioni di Cassano e Pazzini nel mercato di gennaio, è arrivata la retrocessione...il 22 maggio.
Attenzione, perché non solo il 22 maggio è rilevante, ma anche la cifra ripetuta nell'anno ('66, '77, '99, '11)! Inoltre, tutti gli allenatori che guidarono la squadra genovese in quelle quattro disgraziate stagioni erano pelati o con pochissimi capelli in testa: Fulvio Bernardini nel '66, Eugenio Bersellini nel '77, Luciano Spalletti nel '99 e il tandem Di Carlo - Cavasin nel 2011...


Nel 1988 la Samp evitò la retrocessione (anzi fece molto bene, visto che arrivò quarta), ma il campionato finiva il 15 maggio. Inutile dire che molti tifosi sampdoriani stanno già guardando con terrore al 22 maggio 2022: è una domenica, ovviamente, ma almeno sperano di avere in panchina uno coi capelli di Fellaini...

venerdì 8 novembre 2013

I 23 giorni di Massimo Taibi

Può un allenatore come sir Alex Ferguson che ha vinto (tra le altre cose) 13 (tredici!) campionati inglesi, 2 coppe dei Campioni, 5 FA Cup, 2 coppe Intercontinentali più altre vagonate di trofei, avere qualche scheletro nell'armadio? Beh sì, soprattutto se per rimpiazzare Peter Schmeichel decise di puntare su Massimo Taibi....

Ma andiamo con ordine. Nell'estate 1999 Schmeichel, storico portiere dello United dal 1991, lascia il club di Manchester: a 36 anni e reduce dalla stagione del "treble" (campionato, Champions League e coppa d'Inghilterra) le motivazioni rischiano di essere al minimo. Si cambia allora, e l'allenatore scozzese pesca in Italia, storicamente paese con una grande tradizione in fatto di portieri. In particolare Ferguson punta la sua attenzione su un portiere siciliano che gioca in una squadra del nord, il Venezia. I lagunari dopo un inizio difficoltoso, hanno cambiato marcia e si sono salvati tranquillamente. Ferguson, convinto dalle buone prestazioni di Massimo Taibi, apre il portafoglio e spende più di 4 milioni di sterline (18 miliardi di lire) per comprare il portiere italiano.



Quattro partite. Sono bastate quattro partite per rendere indelebile il nome di Taibi nella mente dei tifosi dello United, che ancora bestemmiano quando si parla del portiere italiano. All'esordio subito un errore che consente il gol del difensore del Liverpool Hyppia, ma anche buone parate; le altre partite sono disastrose: in totale 11 gol subiti di cui 5 in una clamorosa sconfitta in casa del Chelsea per 5-0 ma soprattutto un errore clamoroso contro il Southampton: tiro debole da 25 metri di Matthew Le Tissier, Taibi si accartoccia goffamente per una facile parata a terra, ma il pallone gli scivola tra le gambe ed entra lentamente in porta per la disperazione dei tifosi dell'Old Trafford. Dopo quell'errore viene soprannominato "blind Venetian", il cieco di Venezia. Anche Ferguson, dopo la disfatta col Chelsea, torna sui suoi passi e sconfessa l'importante investimento fatto pochi mesi prima: Taibi finisce in panchina e prende il suo posto l'australiano Mark Bosnich che terminerà la stagione. Dal debutto dell'11 settembre fino alla disfatta contro il Chelsea del 3 ottobre: in totale fanno 23 giorni, ma per il Times ce n'è abbastanza per considerarlo il peggior portiere della storia della Premier League, un piccolo record!

Taibi si è poi riscattato quando, riportato in Italia dalla Reggina nel mercato invernale nel gennaio del 2000, è diventato il secondo portiere a segnare su azione segnando di testa al 90' contro l'Udinese, facendo esplodere il Granillo!

giovedì 7 novembre 2013

LO SAI CHE - L'esonero di Nigel Clough

Prima c'è stato il padre, Brian Clough. L'allenatore che ha vinto due coppe Campioni (!), consecutive (!)...col Nottingham Forest (!!!), il punto più alto della sua carriera, con la squadra che ha allenato dal 1975 al 1993. Ha vinto un campionato, 4 coppe di lega, una supercoppa europea ed una Charity Shield. Da non dimenticare poi il campionato vinto col Derby County nel 1971-72, che fece conoscere Clough sr. al grande pubblico.

Poi è arrivato il figlio, Nigel. Discreto giocatore tanto da collezionare 14 presenze con la nazionale inglese, ha giocato per nove anni agli ordini del padre (dal 1984 al 1993) al Forest, facendo un ottima figura segnando 101 reti in 311 presenze. Poi viene ceduto al Liverpool dove rimane tre anni senza trovare grandi spazi, nel 1996 viene acquistato dal Manchester City dove colleziona qualche presenza ma anche i prestiti al Forest ed allo Sheffield Wednesday. Nel 1998 arriva al Burton Albion nella veste di allenatore-giocatore fino a quando si ritira nel 2009 (ormai 42enne). Appena lascia il calcio giocato, viene subito ingaggiato dalla squadra che suo padre aveva portato alla gloria, il Derby County! Fino ad un mese fa, quando Nigel è stato licenziato in seguito ad una sconfitta subìta contro l'altra squadra resa celebre dal padre, il Forest per il quale Nigel stesso ha segnato più di cento gol!


lunedì 4 novembre 2013

BLOB - Serse Cosmi

"Il calendario del Perugia? Meglio quello della Arcuri!"

Serse Cosmi, dj di professione, allenatore nel tempo libero!