venerdì 31 maggio 2013

Tutti gli uomini del Presidente - 1

Diciamolo: è diventato un bersaglio facile. Maurizio Zamparini, bene che vada, viene dipinto come un matto che licenzia tutti gli allenatori che lui stesso assume pochi mesi prima. Molti però si dimenticano del fatto che ha investito centinaia di milioni nel calcio, era l'unico presidente italiano che trattava con l'Independiente per acquistare Aguero (poi comprato dall'Atletico Madrid per 16,5 milioni), e ha portato a Palermo campioni che in passato non si erano mai visti: Toni, Cavani, Pastore...Barzagli e Grosso titolari ai Mondiali 2006 (all'epoca giocavano al Palermo), e poi Miccoli, Ilicic e tanti altri. Nonostante la retrocessione di quest'anno è l'unico che non ha fatto drammi e che ha promesso di riportare la squadra in serie A. Avrà anche i suoi difetti ma spesso i suoi meriti non sono mai menzionati...

Ma come è partita la storia di "Zampa" nel capoluogo siciliano? Zamparini era il presidente del Venezia,
Pippo Maniero
appena retrocesso in serie B, dopo che tre degli ultimi quattro anni i lagunari li avevano passati nella massima serie, togliendosi anche qualche bella soddisfazione (10° posto nel 1998-99). Un po' per la mancata costruzione di un nuovo stadio, un po' per gli elevati costi di una rosa numerosa, Zamparini cerca di acquistare un altro club. Ci furono trattative molto avanzate col Genoa ma non andarono in porto, e alla fine raggiunse l'accordo con Franco Sensi (allora presidente del Palermo). Ecco quindi che da Pergine Valsugana, località del ritiro della squadra veneta, arriva un pullman che parte in direzione Longarone (sede del ritiro del Palermo) sul quale si imbarcano 12 giocatori 12: Rossi, Conteh, Modesto, Bilica, Lai, Morrone, Santana, Marasco, Soligo, Ongfiang, Di Napoli, Maniero (raggiunti pochi giorni dopo da Budan e Ciullo), una squadra intera, e il travaso è compiuto!
Bellotto, allenatore del Venezia, rimane e guida la squadra ad una comoda salvezza, con una squadra più che dignitosa: Calori, Adani, Gargo, Amerini, Firmani, Poggi, Fantini e anche un giovane Mancini in prestito dalla Roma, alla prima esperienza in Italia; l'ambizioso Palermo invece, non riuscirà ad essere promosso in serie A (anche a causa di una sconfitta subita in casa proprio contro un Venezia piuttosto avvelenato, 0-2 il risultato, gol di Brncic e Poggi).

(1-continua)

lunedì 27 maggio 2013

Sic transit gloria Strama


"Il presidente e i tifosi rivedono Mourinho. E in serie A ha il 70% di vittorie: meglio dei grandi miti". Secondo me una bella frase da scrivere sulla lapide. Forza Strama, in fondo anche noi dobbiamo fare i conti con certa carta stampata. Ti sono vicino.

Bello comunque godere della stima del tuo presidente, soprattutto se il 15 maggio (9 giorni fa) pensa solo a te e gli altri non gli interessano...
Infatti...

Una dichiarazione d'amore convinta. Per il momento.

domenica 26 maggio 2013

La maledizione di Béla Guttman

A Lisbona questa storia staranno cominciando a prenderla maledettamente sul serio questa faccenda. 7 finali perse, record per le squadre europee: 5 finali di Champions League e 2 di Coppa Uefa / Europa League!
"Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d'Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni", queste le ormai famose parole di Guttmann al momento di lasciare la panchina della squadra portoghese nel 1962 a causa di un mancato riconoscimento economico dopo la conquista della Coppa. Previsione in parte sbagliata, perché il Porto ha vinto due Coppe dei Campioni (1987 e 2004) e due Coppe Uefa (2003 e 2011), segno che (ovviamente) le parole di Guttmann erano più una reazione rabbiosa piuttosto che una maledizione. Comunque è vero che il Benfica non ha ancora vinto la Coppa Campioni da quando l'allenatore lasciò la squadra. E questo comincia ad essere preoccupante. Ecco l'elenco delle finali perse:
1963 - Coppa dei Campioni, 1-2 contro il Milan.
1965 - Coppa dei Campioni, 0-1 contro l'Inter.
1968 - Coppa dei Campioni, 1-4 contro il Manchester United.
1983 - Coppa Uefa, 1-2 contro l'Anderlecht.
1988 - Coppa dei Campioni, 5-6 ai rigori contro il PSV
1990 - Coppa dei Campioni, 0-1 contro il Milan.
2013 - Europa League, 1-2 contro il Chelsea.
Update: bisogna aggiungere all'elenco anche l'ultima finale di Europa League. Quindi...
2014 - Europa League, 2-4 ai rigori contro il Siviglia

Prima della finale del 1990, il grande Eusebio, giocatore che ha fatto vincere al Benfica la sua ultima Coppa Campioni nel 1962, è andato a Vienna a pregare sulla tomba di Guttman, sperando in una revoca della maledizione. Senza risultato.


Tentare di ricostruire la carriera di Guttman è semplicemente impossibile, o almeno ci vorrebbero due o tre post per parlarne dettagliatamente. Cercando di essere molto sintetici:
  • Nato in Ungheria nel fine '800 (1899), di origini ebraiche, una laurea in psicologia.   
  • Ha giocato negli Stati Uniti negli anni '20, e nel 1929 fu travolto come tanti dalla crisi di Wall Street (da quella brutta esperienza il suo attaccamento al denaro che gli tornerà buono per gli anni da allenatore).
  • Non si hanno notizie di lui durante il periodo dell'Olocausto e quando Hitler invase l'Austria lui allenava una squadra giudaica di Vienna, l'Hakoah; quando gli chiedevano come aveva passato quegli anni difficili, rispondeva che "Dio gli aveva dato una mano"...
  • 22 squadre allenate! Tra queste la mitica Honved, la Nazionale Austriaca come supervisore, in Italia ha allenato Padova, Triestina e Milan, l'APOEL Nicosia a Cipro, il Quilmes (seconda divisione argentina!), il San Paolo in Brasile, il Penarol in Uruguay, il Servette in Svizzera, il Panathinaikos in Grecia. 
  • Quando venne licenziato dal Milan (nonostante la squadra fosse al primo posto) se ne andò dicendo: "Mi cacciano anche se non sono né un criminale né un omosessuale, addio"...
  • Col Benfica ha vinto due Coppe dei Campioni (1961 e 1962), prima squadra ad interrompere il dominio del Real Madrid che aveva vinto tutte le cinque precedenti manifestazioni.
  • Il 4-2-4, entrato nell'immaginario collettivo come modulo adottato dalla nazionale brasiliana, l'ha inventato lui! Lo inventò col San Paolo nel 1957 (e vinse il campionato), il Brasile lo rese famoso ai Mondiali 1958.
  • Ha allenato e lanciato nel grande calcio gente come Puskas, Maschio, Cesare Maldini (acquistato dalla Triestina e schierato titolare nel Milan), Eusebio (che gli venne segnalato dal suo ex calciatore Carlos Bauer mentre Guttmann era dal barbiere)
  • Con Puskas ebbe un diverbio mentre allenava l'Honved; durante l'intervallo disse ad un giocatore di restare negli spogliatoi, insoddisfatto di come giocava, ma Puskas disse al compagno che poteva continuare a giocare anche nel secondo tempo. Guttmann si arrabbiò, durante il secondo tempo salì in tribuna a leggere un giornale, a fine partita prese il tram e se ne andò. Tornò all'Honved qualche anno dopo, proprio quando i carri armati dell'URSS invadevano Budapest...la squadra decise di rimanere fuori dalla "cortina di ferro".
  • Quando allenava il Porto nel 1958-59 vinse il campionato grazie alla differenza reti contro il Benfica...squadra che allenerà l'anno successivo e con la quale aveva raggiunto l'accordo nelle ultime giornate del campionato. Per motivare il suo addio, disse che il clima umido di Oporto era dannoso per la sua salute...
  • Nonostante la "maledizione" lanciata al suo Benfica, tornerà ad allenarlo nel 1965-66, ma l'eliminazione nei quarti di Coppa Campioni contro il Manchester United pose fine al. Prima della gara di ritorno (persa 1-5), per cercare di motivare la sua squadra, fece trapelare le voci secondo le quali la sua squadra era troppo vecchia e appagata per vincere; erano voci per cercare di mettere pressione agli inglesi e per motivare la squadra, ma furono male interpretate proprio dai suoi giocatori; il giochetto non riuscì e la sua squadra venne travolta. 
  • Tornò anche al Porto, ma durante una partita di campionato della stagione 73-74, un centrocampista della sua squadra - Pavao - morì sul campo senza che siano mai state stabilite chiaramente le cause della morte. Il sospetto inconfessabile era l'uso di doping come causa del decesso, anche perché circolavano strane voci anche quando allenava il Benfica. Ovviamente dopo questo tragico episodio si conclude la sua carriera. Morirà nel 1981. 
Dopo sono arrivati Herrera e Mourinho. Dopo. Ma il primo è stato lui.

I cronisti prendono appunti, parla Guttmann

mercoledì 22 maggio 2013

La vendetta dell'Atletico Madrid

14 anni. Tanto hanno dovuto aspettare i tifosi dell'Atletico Madrid prima di poter tornare a festeggiare la vittoria della loro squadra nel derby contro gli odiati cugini del Real. 25 partite, 6 pareggi e 19 sconfitte, un'eternità per una tifoseria esigente e costretta al confronto annuale contro la rivale cittadina più ricca e blasonata. Fino a ieri sera, finale di Copa del Rey, quando l'Atletico batte in rimonta il Real per 2-1. Ma vediamo il penultimo derby vinto dall'Atletico nel lontano 1999, prima che cominciasse quella lunghissima striscia perdente...

30-10-1999 - Santiago Bernabeu
Real Madrid - Atletico Madrid 1-3 (Morientes 8' - Hasselbaink 12' e 38', Jose Mari 30')
Real Madrid: Bizarri - Salgado, Campo, Julio César, Roberto Carlos - Seedorf, Helguera (Eto'o 69'), Redondo (Karembeu 61'), Guti (Casillas 50') - Raúl, Morientes. All. Toshak.
Atletico Madrid: Molina - Gaspar, Gamarra, Chamot, Capdevila - Aguilera (Valerón 63'), Bejbl, Baraja, Solari - Hasselbaink (Paunovic 89'), Jose Mari (Correa 79'). All. Ranieri.

Tutte e due le squadre giocano con un 4-4-2 con terzini propositivi (e Capdevila 15 anni fa sembrava persino veloce!). Per il Real in porta l'argentino Bizarri, ancora per poco perché in poche giornate il 18enne Iker Casillas (subentrato al 50' a causa dell'espulsione di Bizarri) diventerà titolare fisso, mentre Samuel Eto'o (coetaneo di Casillas) colleziona in quella partita una delle due (!) presenze stagionali con i "blancos", prima di passare al Mallorca dove esploderà fragorosamente...L'allenatore gallese John Toshak invece, allenerà un'altra partita prima di essere licenziato: al suo posto Vicente Del Bosque che a fine stagione conquisterà la Champions League!

John Toshack

Radomir Antic
L'Atletico Madrid vince il derby, rimontando lo svantaggio iniziale di Morientes e giocato in trasferta al Santiago Bernabeu, segnano Hasselbaink e Jose Mari con due contropiedi velocissimi nati da palle perse da Guti e Redondo, e l'olandese segna il secondo gol con un bellissimo tiro da fuori area. Nonostante il momento di esaltazione dato dalla vittoria, la stagione dei biancorossi sarà tutt'altro che trionfale, tanto da concludersi con un'amarissima retrocessione! Peggior piazzamento nella storia (19esimo posto) e seconda retrocessione (la prima retrocessione nella stagione 1929-30, quando l'Atletico era arrivato al decimo posto...però c'erano solo 10 squadre!).
Claudio Ranieri rimane alla guida della squadra per 26 partite prima di venire esonerato con la squadra al
17esimo posto, quindi virtualmente ancora salva ma in evidente caduta libera. Al suo posto Radomir Antic, che non riesce a salvare la squadra che solo 4 anni prima aveva guidato alla vittoria di Liga e Copa del Rey. Antic per il quinto anno di fila siede sulla panchina dei biancorossi, nelle ultime due stagioni subentra a stagione in corso e, curiosamente in quelle due stagioni la squadra era stata inizialmente affidata ad un allenatore italiano: prima di Ranieri nella stagione 1998-99 era stato ingaggiato Arrigo Sacchi con un contratto faraonico, ma dopo una serie di risultati deludenti per la prima volta nella sua carriera si dimise pronunciando le famosi parole "Lascio per sempre il calcio e non farò più l'allenatore, sono sfinito" (in realtà ci riproverà per un brevissimo periodo nel 2001 al Parma ma tornerà in fretta sui suoi passi); Antic nonostante sia invocato dai tifosi e benvoluto dalla squadra, non ha un gran rapporto (eufemismo) con la famiglia Gil, il presidente Jesus e il figlio-direttore generale Manuel Angel (che lo avevano allontanato dopo 3 anni più che buoni), che infatti decidono di cacciarlo alla penultima giornata a retrocessione già avvenuta con l'allenatore dell'Atletico Madrid B, Fernando Zambrano.

L'Atletico retrocede nonostante una squadra più che dignitosa: tra tutti Jimmy Floyd Hasselbaink, vincitore della classifica marcatori inglese l'anno prima a pari merito con Michael Owen e Dwight Yorke e che realizza 24 gol nella sua unica stagione in Spagna che non bastano né a salvare la squadra, né a vincere il titolo di Pichichi vinto da Salva del Racing Santander con 27 gol (Salva che l'anno successivo giocherà con l'Atletico Madrid in seconda divisione, realizzando 21 gol che però non basteranno per centrare la promozione).

Jimmy Floyd Hasselbaink
Nella rosa dell'Atletico ci sono anche due giovani promettenti come Santiago Solari (l'anno dopo acquistato dal Real, all'Inter dal 2005 al 2008) e Juan Carlos Valeron, futura gloria del Deportivo la Coruna, oltre ad onesti mestieranti come Baraja, Bejbl, Chamot e Gamarra. L'Atletico oltre ad Hasselbaink, ha avuto pochissimo dagli attaccanti: 0 gol di Kiko e 2 gol di José Mari un giocatore ancora ricordato con notevole fastidio dai tifosi del Milan durante la sua parentesi in Italia.

martedì 21 maggio 2013

La foto della settimana - Beckham e Ferguson



Prima di diventare un fotomodello, David Beckham è stato comunque un buon calciatore. Qui mentre firma un contratto con Sir Alex Ferguson. (da notare i telefoni e le tv, che dimostrano i tanti anni dallo scatto di questa foto, di cui purtroppo non conosco l'anno esatto)

sabato 18 maggio 2013

L'incredibile storia del Wigan Atletic

Negli spogliatoi del nuovo stadio di Wembley, all'ingresso della stanza riservata al Wigan, c'era un cartello con scritto: "Fate la storia". Problema: per fare la storia bisogna battere il Manchester City. La squadra ricca, il passatempo dello sceicco (nessuno si ricorda il suo nome...basta che sia uno sceicco e che ci metta i soldi!). Difficile vincere. Diciamo quasi impossibile. Ma è la finale di FA Cup, la coppa nazionale inglese. E' una partita secca, quale altra occasione migliore di questa per "fare la storia"?
Ebbene, parafrasando le parole dell'imperatore giapponese Hirohito che si rivolge ai suoi connazionali sconfitti dalle atomiche giapponesi: "L'impensabile è accaduto, l'inconcepibile si è avverato"... il Wigan ha vinto la prima coppa della sua storia battendo il Manchester City! Il gol decisivo firmato da Watson che insacca con un colpo di testa su calcio d'angolo. Ecco il tabellino della storica partita:

MANCHESTER CITY - WIGAN 0-1 (91' Watson)
Manchester City (4-2-3-1): Hart; Zabaleta, Kompany; Nastasic, Clichy; Yaya Toure, Barry (47'st Dzeko); Silva, Tevez (24'st Rodewell), Nasri (10'st Milner); Aguero. A disp.: Pantilimon, Javi Garcia, Kolarov, Lescott. All.: Mancini
Wigan (4-3-3): Joel; Boyce, Scharner, Alcaraz, Espinoza; McCarthy, Gomez (36'st Watson), McArthur; McManaman, Kone, Maloney. A disp.: Caldwell, Di Santo, Fyvie, Golobart, Henríquez, Ali Al Habsi. All.: Martinez.
Ben Watson ha appena realizzato il gol decisivo
L'attuale presidente del Wigan, Dave Whelan, si era infortunato giocando una finale di FA Cup nel lontano 1960, in uno scontro col giocatore con Norman Deeley del Wolverhampton. I suoi Blackburn Rovers stavano già perdendo 1-0 e dopo l'uscita dal campo di Whelan, la squadra in 10 (all'epoca non erano ancora previste le sostituzioni) cede per 3-0. Chi l'avrebbe mai detto che a 53 anni di distanza, Whelan avrebbe conquistato quel trofeo alla guida del piccolo Wigan? Chi l'avrebbe mai detto che nel 1995, anno in cui acquistò il piccolo club inglese allora militante in quarta divisione, avrebbe sfidato e battuto il ricchissimo Manchester City? Chi l'avrebbe detto che uno degli acquisti dell'estate 1995, Roberto Martinez (acquistato insieme ad altri due calciatori spagnoli, Isidro Diaz e Jesus Seba), sarebbe diventato l'allenatore di questa storica giornata?

Whelan esce per infortunio nella finale di FA Cup del 1960

Il Wigan sbarca per la prima volta in Premier League nel 2005-06: la squadra sembrava destinata ad una precoce retrocessione, invece mostra sprazzi di ottimo calcio e chiude ad un sorprendente decimo posto. Bomber della squadra Henri Camara con 12 gol, in difesa si mettono in mostra il futuro nazionale inglese Leighton Baines, Andreas Granqvist (attualmente al Genoa) e qualche presenza anche per Reto Ziegler (bravissimo alla Sampdoria, solo una meteora alla Juve). L'anno dopo la squadra viene rinforzata con Emile Heskey (attaccante nel giro della Nazionale) ma la salvezza arriva solo all'ultima giornata con la vittoria sul campo dello Sheffield poi retrocesso: le imprese, come abbiamo visto, riescono abbastanza bene a questa squadra. Comincia a farsi un nome di squadra che punta su giocatori "esotici": oltre a Camara (Senegal) sono presenti in squadra due australiani (il portiere John Filan e il centrocampista Josip Skoko), Emmerson Boyce (difensore nato in Inghilterra ma genitori delle Barbados, nazionale per la quale ha giocato), il nigeriano Julius Aghahowa (attaccante velocissimo ma poco concreto sotto porta) e soprattutto l'ecuadoregno Antonio Valencia (da tre anni, degnissimo giocatore del Manchester United). L'anno dopo arrivano i centrocampisti Salomon Olembé (Camerun) e Wilson Palacios (Honduras come il difensore Maynor Figueroa) e il giamaicano Marlon King per rinforzare l'attacco.
Nel 2008-09 la rosa annovera giocatori transitati per breve tempo anche in Italia come Olivier Kapo (ex Juve) e Mido (ex Roma) e mentre continuano gli acquisti internazionali (arrivano il portiere ghanese Richard Kingson, il centrocampista sudcoreano Won-Hee Cho e l'attaccante egiziano Amr Zaki), il colpo più significativo è l'acquisto del colombiano Hugo Rodallega. Comprato per 4,5 milioni di sterline dai messicani del Necaxa, diventa in poco tempo il leader del Wigan. Nel 2005 Rodallega entra a far parte della squadra che disputerà i Mondiali Under 20, e all'epoca era lui la stella della squadra e non i vari Falcao, Guarin, Zapata e Zuniga; la Colombia sarà eliminata agli ottavi di finale contro l'Argentina di Messi (futura vincitrice del torneo) con un gol al 93' di Barroso. Rodallega si era un po' smarrito dopo l'ottimo inizio al Deportes Quindio e al Deportivo Calì a 20 anni, poi due stagioni deludenti in Messico col Monterrey e con l'Atlas, prima del ritorno ai suoi livelli col Necaxa, fino allo sbarco in Inghilterra, dove mette in mostra il suo talento.

Hugo Rodallega
Ma torniamo al Wigan: nella stagione 2009-10 approda in panchina il nostro Roberto Martinez, solita infornata di giocatori da tutto il mondo (Momo Diamè centrocampista senegalese, Marcelo Moreno buon attaccante boliviano e Jason Scotland da...Trinidad & Tobago!), ma anche un paio di sconfitte che fanno tremare la panchina di Martinez: 9-1 in casa del Tottenham e 8-0 in casa del Chelsea di Ancelotti.
Domanda: secondo voi dove potrà giocare un portiere che viene dall'Oman? Al Wigan, ovviamente! Ali Al Habsi è il (bravo) titolare della squadra che si salva all'ultima giornata (anche questa volta in trasferta, sul campo dello Stoke City) grazie ad un gol di Rodallega. Altro miracolo la stagione successiva (2011-12), quando per tirarsi fuori dalla zona retrocessione battono in poche giornate Liverpool, Manchester United, Arsenal e Newcastle.



Ah, il Wigan quest'anno è retrocesso. Però avendo vinto la FA Cup giocherà in Europa League il prossimo anno. Ma torneranno, statene certi, e comunque hanno guadagnato almeno un tifoso in più: io!

giovedì 2 maggio 2013

DAS FINALE - Le curiosità

Ancora qualche piccola curiosità sulla Finale che si disputerà il 25 Maggio: 

- nonostante l'esagerata enfasi giornalistica data alla finale tutta tedesca, ci tengo a sottolineare un particolare. In occasione delle altre finali tra squadre dello stesso paese, nelle semifinali si erano sempre presentate almeno tre squadre dello stesso paese. Nel 2000 per la Spagna oltre a Valencia e Real Madrid c'era il Barcellona, nel 2003 Inter, Juve e Milan avevano monopolizzato il torneo, nel 2008 a rappresentare l'Inghilterra c'erano Liverpool, Manchester United e Chelsea. Questo giusto per ricordare che in caso di sorteggio diverso, ci sarebbe stata una finale tra una squadra tedesca ed una spagnola, ridimensionando un po' il fenomeno del calcio tedesco. Ma questo evidentemente non interessa molto ai cialtroni italiani.

- limitando l'osservazione agli ultimi 5 anni, il Barcellona o ha vinto (stagione 2009 e 2011) o è stato eliminato in semifinale dalla futura vincitrice del torneo (l'Inter del triplete nel 2010 e il Chelsea l'anno scorso). Quest'anno è stata eliminata in semifinale dal Bayern Monaco...finale già scritta?

- No, perché il Bayern Monaco è (insieme al Benfica e alla Juventus) la squadra che ha perso più volte la finale. Ben 5 sconfitte rimediate a fronte di 4 vittorie. Le 5 sconfitte contro l'Aston Villa nel 1981-82 per 1-0, contro il Porto nel 1986-87; l'incredibile sconfitta contro il Manchester United per 2-1 con i gol nei minuti di recupero di Teddy Sheringham e Ole Gunnar Solskjaer dopo il gol su punizione di Mario Basler al 5'; la netta sconfitta contro l'Inter di Milito nel 2009-10 e la sconfitta l'anno scorso ai rigori contro il Chelsea.

Ole Gunnar Solskjaer

- A proposito della sconfitta contro il Chelsea...Il Bayern Monaco condivide (insieme alla Roma) il poco invidiabile primato di non essere riuscito a vincere una finale di Champions pur giocando in casa. Sia la Roma che i tedeschi hanno perso ai rigori ed entrambe hanno perso contro squadre inglesi (rispettivamente contro Liverpool e Chelsea). Real Madrid e Inter invece hanno sfruttato l'occasione di giocare di fronte al pubblico amico, battendo rispettivamente la Fiorentina (!) nel 1956-57 al Santiago Bernabeu e il Benfica nel 1964-65 a San Siro.

- una storia più modesta per il Borussia Dortmund; 2 finali perse di Coppa Uefa/Europa League, nel 1992-93 contro la Juventus (sconfitte per 3-1 e 3-0, quando ancora c'era la finale andata/ritorno; Rummenigge porta subito in vantaggio i tedeschi, ma un gol di Dino Baggio e una doppietta di Roberto Baggio fissano il risultato; al ritorno doppietta di Dino Baggio e gol finale di Andreas Moeller) e nel 2001-02 a Rotterdam contro il Feyenoord di Tomasson, Van Hooijdonk e di un giovane Van Persie all'epoca ancora schierato come ala sinistra (3-2 il risultato finale, per il Borussia segnarono Marcio Amoroso - ex Udinese e Parma - e Jan Koller). Una vittoria in Coppa delle Coppe nel preistorico 1965-66. Una finale e una vittoria in Champions League nel 1996-97, 3-1 contro la Juventus, doppietta di Riedle e gol in pallonetto di Ricken subentrato da 16 secondi ad uno dei miei idoli d'infanzia lo svizzero Stéphane Chapuisat, che rendono vano il gol di tacco di Del Piero! Una squadra con tanti ex juventini tra i titolari tra cui Jurgen Kohler, Paulo Sousa, Julio Cesar e Moeller, che vendica la sconfitta di 4 anni prima in Coppa Uefa.

Stéphane Chapuisat

- Borussia e Bayern si sono già sfidate in una sfida ad eliminazione diretta in Champions League! E' successo nel 1997-98, nei quarti di finale della manifestazione. Derby tedesco ma anche derby italiano visto che in panchina sedevano Nevio Scala per il Dortmund e Trapattoni per i bavaresi. Passò il Borussia Dortmund dopo uno 0-0 fuori casa e una vittoria per 1-0 firmata ai tempi supplementari da Chapuisat (ancora lui!). In semifinale il Borussia trova il Real Madrid allenato da...Juup Heynckes! attuale allenatore del Bayern Monaco (il Real poi vincerà contro la Juventus con gol di Mijatovic, ponendo fine al digiuno di 32 anni dei madrinisti). Corsi e ricorsi storici. 

mercoledì 1 maggio 2013

DAS FINALE - I precedenti

Dunque ci avviamo verso la prima finale tedesca nella storia della Champions League. Non è la prima volta che si scontrano in finale squadre della stessa nazione, vediamo i precedenti, le formazioni, i marcatori e un breve ricordo delle partite...

Finale spagnola - 24/5/2000, Stade de France (Parigi)
Real Madrid - Valencia 3-0 (Morientes 39', McManaman 67', Raul 75')
Real Madrid: Casillas; Karanka, Helguera, Campo; Salgado (84' Hierro), McManaman, Redondo, Roberto Carlos; Raul; Morientes (71' Savio), Anelka (79' Sanchis). All: Del Bosque.
Valencia: Canizares; Angloma, Djukic, Pellegrino, Gerardo (68' Ilie); Farinos, Mendieta, Kily Gonzalez, Gerard; Angulo, Lopez. All: Cuper.

Davide (Valencia) contro Golia (Real Madrid). Molti tifavano per Davide, ma vince secondo logica Golia, più forte, più esperto. Morientes sblocca il risultato, Roberto Carlos che con i suoi calci di punizione e rimesse laterali propizia il primo e il secondo gol (un capolavoro di un giocatore eccezionale come Steve McManaman, tiro al volo alla sinistra di Canizares, bellissimo); poi il contropiede di Raul che punisce il Valencia che cercava di riaprire la partita, Casillas titolare a 19 anni...Una partita che ricordo con molto piacere!
Steve McManaman
Finale italiana -  28/5/2003, Old Trafford (Manchester)
Milan - Juventus 0-0, 3-2 ai rigori. Milan: (Serginho gol, Seedorf sbagliato, Kaladze sbagliato, Nesta gol, Shevchenko gol). Juve: (Trezeguet sbagliato, Birindelli gol, Zalayeta sbagliato, Montero sbagliato, Del Piero gol)
Milan: Dida; Costacurta (Roque Junior 66'), Nesta, Maldini, Kaladze; Gattuso, Pirlo (Serginho 71'), Seedorf; Rui Costa (Ambrosini 87'); Shevchenko, Inzaghi. All: Ancelotti.
Juventus: Buffon; Thuram, Tudor (Birindelli  42'), Ferrara, Montero; Camoranesi (Conte 46'), Tacchinardi, Davids (Zalayeta 66'), Zambrotta; Del Piero, Trezeguet. All: Lippi.

Poche occasioni per entrambe nonostante i tanti campioni presenti nelle due formazioni: un gol annullato a Shevchenko e una traversa colpita da Conte. Milan che finisce in 10 visto che l'infortunio del brasiliano Roque Junior avviene quando sono già state esaurite le sostituzioni a disposizione di Ancelotti. La Juve giocava senza Nedved (squalificato a causa di una banale ammonizione rimediata contro il Real nelle semifinali), ma in generale brutta partita.

Manuel Rui Costa
Finale inglese - 21/5/2008, Luzhniki Stadium (Mosca)
Manchester United - Chelsea 1-1 (Ronaldo 26' - Lampard 45'), 6-5 ai rigori. M.Utd: (Tevez gol, Carrick gol, Ronaldo sbagliato, Hargreaves gol, Nani gol, Anderson gol, Giggs gol); Chelsea: (Ballack gol, Belletti gol, Lampard gol, A. Cole gol, Terry sbagliato, Kalou gol, Anelka sbagliato)
Manchester United: 
Van der Sar; Brown (Anderson 120'), Ferdinand, Vidic, Evra; Hargreaves, Scholes (Giggs 87'), Carrick, Ronaldo; Tevez, Rooney (Nani 101'). All: Ferguson.
Chelsea: Cech, Essien, Carvalho, Terry, Ashley Cole, Ballack, Makelele (Belletti 120'), Lampard, Joe Cole (Anelka 99'), Drogba, Malouda (Kalou 92'). All: Grant.

Passa in vantaggio lo United con un bel colpo di testa di Ronaldo, ma non chiude la partita con clamorose occasioni sprecate da Tevez e Carrick. Pareggia il Chelsea a fine primo tempo con Lampard, poi un tiro pazzesco di Drogba che prende il palo esterno, una traversa di Lampard, un salvataggio di Terry a porta vuota su un tiro di Giggs e l'espulsione di Drogba per uno schiaffo a Vidic. Ai rigori sbagliano Ronaldo e Terry che scivola clamorosamente, Anelka sbaglia il rigore decisivo.

Owen Hargreaves