giovedì 30 ottobre 2014

R.I.P. - Klas Ingesson

Mi ricordo uno svedese alto (1,90) e grosso (86 kg). D'altronde Bologna è la città delle torri.

Mi ricordo di aver pensato che con lui in mediana a coprire Marocchi e l'altro svedese Andersson in attacco si poteva fare qualche bel campionato.

Mi ricordo la maglietta sempre a maniche corte. Sempre. Primavera, estate, autunno, inverno.

In tackle su Gattuso
Mi ricordo il numero 8 sulla maglietta.

Mi ricordo che pensavo che l'8 in teoria spetterebbe ai giocatori "buoni".

Mi ricordo come ci ho messo pochissimo a convincermi che fosse un giocatore buono, anche se i piedi non erano quelli di Kolyvanov.

Mi ricordo un rigore che ha fatto retrocedere la Sampdoria in serie B, segnato con la professionalità che tutti dovrebbero mostrare anche nelle ultime gare di campionato.

Mi ricordo che a Bologna lo avevamo soprannominato "taglialegna", perché una volta un giornalista lo aveva chiamato, ma lui si era negato visto che stava davvero tagliando gli alberi!

Mi ricordo che Eugenio Fascetti lo nominò capitano del Bari. "Ma mister, non parlo italiano". "Fa niente" rispose Fascetti, "fallo col cuore".

Scambio di gagliardetti con Antonio Conte
Mi ricordo che venne acclamato come un eroe insieme ai suoi compagni, dopo il terzo posto della Svezia al mondiale USA '94.

Mi ricordo che disse: "Ho mollato per 10 secondi,quando mi dissero 'hai il cancro'. Poi ho ricominciato a lottare come facevo in campo. Ora ce la sto facendo, il cancro è più piccolo di me, ha sbagliato corpo". Ci eravamo illusi tutti.

Mi ricordo il paradosso di un così poderoso giocatore costretto sulla sedia a rotelle a causa dell'osteoporosi, le ossa che diventano fragili come cristalli. Il braccio fratturato e il femore rotto dopo banali cadute. Ho saputo solo oggi che una settimana fa aveva rassegnato le dimissioni da allenatore dell'Elfsborg. Eppure continuava a progettare il futuro della squadra, faceva progetti . La dirigenza sapeva dell'aggravarsi della sua situazione, ma lui non voleva creare problemi al club. Come se il cancro l'avessero loro. "La malattia mi fa stare troppo male per il momento e non voglio che l’attenzione stia su di me. Devo pensare al meglio della squadra".

Mi ricordo che avevo un idolo quando ero piccolo.

Mi ricordo il coro ritmato dello stadio: Klas Klas Ingesson! Klas Klas Ingesson!

Mi ricorderò per sempre di Klas Ingesson, grande campione venuto dalla Svezia.

Ciao Klas

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